Il termine STEM è un acronimo formato con l’iniziale inglese di quattro diverse discipline, Science, Technology, Engineering e Mathematics, ed è stato utilizzato per la prima volta nel 2001 nel corso di una conferenza della National Science Foundation proprio per indicare l’insieme delle materie scientifiche, di cui si auspicava una maggiore diffusione. Infatti, la rivoluzione tecnologico-digitale in atto poneva l’accento sulla necessità di insegnare ai giovani conoscenze e competenze tecniche e ingegneristiche necessarie a far fronte alle trasformazioni del sistema occupazionale: la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica erano le discipline sulle quali era necessario investire in maniera massiccia per rispondere alle esigenze del tessuto economico.

Quando si parla di discipline STEM non si fa riferimento, dunque, banalmente, all’insieme delle materie scientifiche, ma una nuova filosofia educativa che si serve dell’educazione scientifica per fornire una soluzione ai problemi di una realtà che è sempre più complessa e in costante mutamento. L’approccio STEM parte infatti dal presupposto che le sfide che la modernità pone a studenti e insegnanti non possono più essere risolte con l’apporto di un’unica disciplina (o di più discipline integrate in maniera adattiva). Al contrario, è necessario un approccio interdisciplinare, in cui le abilità provenienti da discipline diverse (in questo caso, la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica) si contaminano e si fondono in nuove competenze.

In particolare, nel modello delle discipline STEM si assiste a una contaminazione tra teoria e pratica, in cui la scienza e la matematica, espressione di un ambito di ricerca pura, si fondono con gli strumenti, le risorse e la abilità della tecnologia e dell’ingegneria, che hanno invece una dimensione più applicativa.

 Esempi di attività STEM